L’apnea notturna, in gergo tecnico “OSAS” (Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno), rappresenta un disturbo respiratorio che sovente ha un campanello d’allarme preannunciato, più o meno marcato, il russamento. Il russamento (o roncopatia), avviene quando il flusso d’aria ha difficoltà ad attraversare le vie respiratorie, tra naso e gola. Il rumore che ne segue è generato dalla vibrazione delle strutture del cavo orale (palato molle); il passaggio dell’aria nelle prime vie aeree diventa così malattia (roncopatia). La differenza che principalmente distingue il russamento dall’apnea è rappresentato dal grado del livello di ostruzione delle vie aeree al passaggio del flusso d’aria. Quando c’è un disturbo respiratorio del sonno tutto l’apparato cardiorespiratorio è sottoposto ad uno sforzo continuo a causa dell’ostacolo all’ingresso e all’uscita dell’aria; si ha la vibrazione dei tessuti molli della gola e di conseguenza il poco sopportabile russare, oppure ( più grave) l’arresto del respiro (apnea) che può permanere fin oltre a dieci secondi. Quindi, riassumendo, a causare il russamento è una chiusura parziale delle vie aeree superiori, mentre l’apnea è una chiusura totale delle vie respiratorie, con conseguente blocco del respiro.
Tra questi:
Lo sforzo respiratorio è continuo ed è caratterizzato da un’ostruzione delle vie aeree superiori.
È caratterizzata da un’interruzione dell’impulso neuronale a tutti i muscoli respiratori. È un’assenza di sforzo respiratorio accompagnato a un’interruzione del flusso aereo.
È di nuovo un’assenza di sforzo respiratorio accompagnato a un’interruzione del flusso aereo che però si conclude con un nuovo sforzo respiratorio.
In base alla diagnosi che si effettua grazie al polisonnigrafo, il medico specialista è in grado di valutare la gravità dell’apnea notturna:
Il paziente presenta quotidianamente un profondo senso di stanchezza. Gli episodi di sonnolenza insorgono persino durante un’attività fisica che necessiti di un’attenzione moderata (a tavola durante un pranzo o una cena, nel mezzo di una conversazione, alla guida, durante una passeggiata). Questo grado di diagnosi comporta l’insorgere di gravi handicap sociali.
La qualità del sonno non può essere correlata al numero di apnee notturne all’ora. Per valutare oggettivamente il grado di sonnolenza sono necessari investimenti onerosi in termini di tempo e di denaro. Per fare una valutazione soggettiva ci si può avvalere di appositi questionari standard. Un esempio è fornito dall’EES (Epworth Sleepiness Scale): si tratta di 8 domande con punteggio da 0 a 3 per ogni domanda. Un punteggio uguale o maggiore di 7 è indicativo di eccessiva sonnolenza diurna, ma non è comunque equiparabile ad una diagnosi di OSA.
La terapia dell’OSAS può avvalersi dell’uso di ventilatori CPAP, di apparecchi odontoiatrici, della terapia chirurgica maxillo-facciale e otorinolaringoiatrica, della agopuntura, della terapia posizionale, della terapia farmacologica.
Si occupa di valutare la posizione della mandibola nel regolare il passaggio dell’aria. Si tratta di Mandibular Advancing Devices (MAD) da indossare durante il sonno. Se ne può occupare solo un Odontoiatra esperto in disturbi respiratori del sonno.
Serve a disostruire e stabilizzare la via aerea nelle sedi responsabili delle apnee.
L’Agopuntura è una possibilità terapeutica che si basa sulla esperienza millenaria della medicina tradizionale cinese ed è avvalorata da numerosissimi studi scientifici recenti.
La terapia posizionale è un semplicissimo metodo che si basa sulla osservazione che in molti casi le apnee notturne dipendono da una certa posizione nel sonno.
La terapia farmacologica è ancora sperimentale e non risolutiva. Che il russamento sia o meno associato ad un’apnea notturna è comunque un problema che può essere fastidioso sia per il paziente che per il partner, diventando quindi una “questione sociale”. Ogni paziente va valutato individualmente dal medico specialista che dovrà individuare la “terapia elettiva” per ogni singolo caso. È fondamentale accedere ad un percorso multidisciplinare che assicuri al paziente una diagnosi precisa ed un trattamento personalizzato.
Apnea notturna: effetti e diffusione
Il protrarsi nel tempo di questa condizione provoca il sorgere di patologie correlate e molto pericolose per tutto l’organismo. Tra queste ricordiamo:- Ipertensione arteriosa;
- cefalee notturne;
- senso di stanchezza continuativo;
- sbalzi d’umore;
- innalzamento del rischio di stroke (ictus) o di infarto del miocardio
- obesità
- diabete
- insufficienza renale
- patologia tumorale
I fattori predisponenti sono molteplici e possono aggravare il quadro clinico.
Tra questi:- fumo;
- sovrappeso;
- consumo di alcol;
- uso di farmaci sedativi;
- uso di farmaci miorilassanti.
Apnea notturna: diagnosi
L’apnea notturna non è individuata nel 93% delle donne e nell’82% degli uomini. Questo accade probabilmente perché la condizione di sonnolenza diurna, che è il primo sintomo dell’apnea notturna, viene confuso con la stanchezza. L’apnea, parola che deriva dal greco “apnoia” che significa “senza respiro”, interviene anche un centinaio di volte in una singola notte e ciò riduce l’apporto di ossigeno al cervello che è necessario “si risvegli” (i tipici arousals o micro risvegli inconsapevoli). Il primo passo per avere una diagnosi è rivolgersi ad un medico specialista. Vari sono gli esami ambulatoriali utilizzati: il migliore è sicuramente rappresentato dalla polisonnografia, un test diagnostico eseguito mediante un polisonnografo che può essere effettuato comodamente a casa del paziente e con il quale si possono ottenere risultati molto accurati e valutare il grado di apnea. Tre sono i tipi di apnea notturna che si possono distinguere:
Apnea ostruttiva
Lo sforzo respiratorio è continuo ed è caratterizzato da un’ostruzione delle vie aeree superiori.
Apnea centrale
È caratterizzata da un’interruzione dell’impulso neuronale a tutti i muscoli respiratori. È un’assenza di sforzo respiratorio accompagnato a un’interruzione del flusso aereo.
Apnea mista
È di nuovo un’assenza di sforzo respiratorio accompagnato a un’interruzione del flusso aereo che però si conclude con un nuovo sforzo respiratorio.
Apnea notturna: stadiazione
In base alla diagnosi che si effettua grazie al polisonnigrafo, il medico specialista è in grado di valutare la gravità dell’apnea notturna:
Apnea di grado lieve
- Indice di apnea – ipopnea (AHI) compreso tra 5 e 15 per ora di sonno
- Saturazione di ossigeno pari all’86%
- Disturbo mattutino minimo
Apnea di grado grave
- Indice di apnea – ipopnea (AHI) superiore a 30 per ora di sonno
- Saturazione di ossigeno intorno o sotto il 79%
- Disturbo mattutino intenso
Il paziente presenta quotidianamente un profondo senso di stanchezza. Gli episodi di sonnolenza insorgono persino durante un’attività fisica che necessiti di un’attenzione moderata (a tavola durante un pranzo o una cena, nel mezzo di una conversazione, alla guida, durante una passeggiata). Questo grado di diagnosi comporta l’insorgere di gravi handicap sociali.
La qualità del sonno non può essere correlata al numero di apnee notturne all’ora. Per valutare oggettivamente il grado di sonnolenza sono necessari investimenti onerosi in termini di tempo e di denaro. Per fare una valutazione soggettiva ci si può avvalere di appositi questionari standard. Un esempio è fornito dall’EES (Epworth Sleepiness Scale): si tratta di 8 domande con punteggio da 0 a 3 per ogni domanda. Un punteggio uguale o maggiore di 7 è indicativo di eccessiva sonnolenza diurna, ma non è comunque equiparabile ad una diagnosi di OSA.